sabato 5 luglio 2008

La manovra dell'ignoranza

Nella manovra economica predisposta dal governo della destra quasi un terzo del totale dei tagli di spesa previsti (circa 30 miliardi), ricade sulla scuola: 8 miliardi di tagli, 150.000 posti di personale in meno in tre anni. Mai, nei 150 anni della sua storia, la scuola pubblica italiana aveva subito tagli tanto pesanti. Essi sono tali da mettere in discussione nell’immediato il semplice funzionamento delle scuole e la loro qualità e, nel breve-medio periodo, l’esistenza stessa della scuola pubblica. Il tutto mentre si annunciano finanziamenti a chi frequenta la scuola privata.

Per l’attuazione di questi tagli si prevedono classi più numerose, orari scolastici ridotti, drastico ridimensionamento del sostegno all’handicap, interventi non meglio precisati sul segmento di eccellenza del nostro sistema scolastico (la scuola elementare) che fanno pensare a tagli al tempo pieno e al ritorno al maestro unico, riduzione se non annullamento dei corsi per adulti ecc.

Non è un azzardo affermare che il governo sceglie di risanare il Bilancio dello Stato non attingendo all’oceano di denaro delle rendite finanziarie e dell’evasione fiscale, bensì a spese dell’ignoranza delle attuali e delle future generazioni dei cittadini italiani.

I tagli avvengono su un sistema scolastico già in difficoltà che oggi non è in grado di corrispondere adeguatamente alle esigenze della società, che non promuove più mobilità sociale: una scuola cui lo stato lo Stato destina già oggi risorse di gran lunga inferiori rispetto a quelle dei paesi più avanzati. I tagli avvengono in un Paese caratterizzato da pesantissimi ritardi culturali e da arretratezza nei livelli di istruzione che rischiano seriamente di comprometterne il futuro. A un Paese che ha bisogno di più scuola con insegnanti sempre più qualificati, la destra risponde nella direzione esattamente opposta: tagli senza precedenti a risorse e insegnanti con irridenti promesse a questi ultimi di aumenti stipendiali.

Ma con questa micidiale manovra contro la scuola pubblica la destra sembra perseguire un obiettivo strategico preciso: quello di “privatizzare” il sistema pubblico dell’istruzione.

Ben presto, infatti, le singole scuole, non avendo risorse pubbliche sufficienti per funzionare autonomamente, sarebbero costrette a chiedere risorse a genitori ed enti privati. Si realizzerà così un sistema di scuole privatistico e della disuguaglianza: scuole ricche per ricchi in grado di pagare alte contribuzioni per l’istruzione dei figli e scuole meno qualificate o completamente dequalificate per gli altri. Con questi tagli alla scuola la destra sembra voler inaugurare il suo progetto di società: una società che deve essere dell’ignoranza per essere senza democrazia. Sarà necessaria una discesa in campo di tutta la scuola e di tutta la società per impedire questa sciagurata deriva che, sessant’anni dopo, cancellerebbe la Carta costituzionale.

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